La prima masterclass in collaborazione con Sparkling World ci accompagna bendati alla scoperta del mondo del prodotto enologico più conosciuto al mondo: lo champagne. Le etichette vengono servite coperte, le uniche informazioni fornite sono che ci troviamo davanti a tre Blanc de Blancs, di cui un Cru, un Premier Cru e un Grand Cru.
Ma andiamo con ordine: cosa significa Blanc de Blancs? E Grand Cru?
‘Blanc de Blancs’ è una dizione che troviamo su Champagne e spumanti in generale ed indica che la produzione è avvenuta tramite sole uve bianche, in contrapposizione a ‘Blanc de Noir’ dove la produzione avviene solo tramite uve nere. I principali vitigni che contribuiscono alla produzione di Champagne sono Chardonnay (uva a bacca bianca), Pinot Noir e Pinot Meunier (uve a bacca nera). I restanti autorizzati rappresentano meno dello 0.3% della superfice totale e sono Arbanne, Petit Meslier, Pinot Blanc (uve a bacca bianca) e il Pinot Gris (bacca grigia). Curiosità: sapevate che precedentemente “Pinot” veniva scritto “Pineau”? Il nome venne probabilmente storpiato dagli inglesi e divenne famoso nella corrente versione. Lo Chardonnay invece non esisteva! È il frutto dell’incrocio tra Pinot nero e Gouais blanc.
La regione dello Champagne è molto vasta e conta circa 33000 ettari coltivati. Vi sono tuttavia aree dove la qualità delle uve viene tradizionalmente riconosciuta come più alta, per questo motivo nel 1911 si decise di distinguere tre diverse zone, denominate Cru, Premier Cru e Grand Cru, in ordine crescente di qualità. L’appartenenza alla zona determinava di anno in anno il prezzo dell’uva coltivata. Nonostante la creazione di cartelli sia ad oggi illegale, questo sistema di classificazione resta largamente utilizzato e riportato sull’etichetta.

Un’altra informazione che troviamo sulle etichette di Champagne si riferisce al contenuto di zuccheri all’interno della bottiglia. Stiamo parlando della dicitura “Extra brut”, “Brut”, “Extra dry”, “Sec” e “Demi-sec”, in ordine crescente di quantità zuccherina.

Passiamo alla degustazione:
Calice 1: Risulta molto ampio e floreale al palato, rispetto agli altri due meno dolce. Personalmente il mio preferito. Si tratta dello Champagne Collin Cuvée Parallèle, Extra Brut, Premier Cru, 100% uve Chardonnay, prodotto tramite metodo solera.
Calice 2: giallo paglierino a gusto morbido e delicato, “rotondo”, il più dolce dei tre. Il nome dello Champagne è Robert Barbichon, Brut, 100% viti Chardonnay coltivate con metodi di agricoltura biodinamica.
Calice 3: di colore più tenue rispetto ai precedenti, lascia percepire sentori legnosi. Molto equilibrato, forse per questo motivo non particolarmente sorprendente. L’ultima bottiglia è “Les Quatre Terroirs” di Petrois-Mortiset, Brut Blanc de Blancs Grand Cru, vinificato in barrique (da qui i sentori legnosi).
Un’esperienza entusiasmante di avvicinamento al vino più conosciuto al mondo, nella speranza di ripeterla a breve!
Anna Bregola