La Sicilia è una di quelle regioni che rappresentano ancora la vera autenticità italiana, dove la terra polverosa si mischia al sudore e al sorriso di chi lavora il terreno. Il suolo bianco e calcareo, gli inverni rigidi e le estati aride, la brezza marina e la luce calda del sole, la rendono l’ambiente perfetto per la produzione del vino.
Il sole prima di tutto. Ecco spiegato il significato del nome “Assuli”, che in dialetto siciliano significa appunto “al sole”. Interessante la storia della cantina, le cui vigne sono situate prevalentemente nel comune di Mazara del Vallo, qui infatti la famiglia Caruso porta avanti un progetto enologico fondato sulla ricerca dell’identità territoriale, valorizzando soprattutto i vitigni autoctoni e le loro peculiarità legate al terroir. La famiglia Caruso è impegnata, anche, nel settore dei marmi e della pietra tipica della Sicilia con mercato in tutto il mondo. L’amore e la passione per il vino sono sempre forti e ogni anno portano a produrre 300mila bottiglie.
Integrando queste due passioni l’azienda Assuli vive all’interno di una cantina di forte impatto visivo, costruita interamente in Perlato di Sicilia e dotata delle migliori tecnologie di vinificazione. Una cantina nuova e antica, che fonde tradizione e innovazione, principi attorno ai quali si sviluppa la produzione di vini fortemente territoriali.
I vini di Assuli sanno di terra siciliana, di sole caldo ed eccellenza, dotati di grande carattere e personalità. Con energia e determinazione, l’azienda intende valorizzare e salvaguardare il grande patrimonio aromatico proprio dell’Isola. I vitigni creano col il territorio un intimo rapporto, adattandosi ad esso, fino a diventarne parte complementare.
Il 23 Marzo abbiamo avuto il piacere di conoscere i vini dell’azienda, la degustazione in collaborazione con l’enoteca Viola di Milano si è svolta attraverso l’assaggio di tre vini rappresentativi di Assuli.
Il Fiordiligi, un bianco 100% Grillo, che deriva da terreni di medio impasto, ricchi di calcare e con una buona dotazione minerale. Un colore giallo paglierino con evidenti riflessi verdognoli risulta al naso come un ampio ventaglio di frutta agrumata con forti sentori di ananas. Al palato, in linea con le sensazioni olfattive, risulta fresco e armonioso.
La vinificazione avviene attraverso una pressatura molto soffice con pressa a membrana, successivamente si procede con l’illimpidimento statico del mosto, che fermenta a temperatura controllata (16-17 °C) in contenitori di acciaio inox.
Il Ruggiero, un rosso 100% Syrah. Questa vite cresce su un terreno argilloso anch’esso di buona dotazione calcarea, che sfrutta l’equilibrato contenuto di azoto e sostanze organiche.
La vinificazione avviene attraverso una diraspapigiatura soffice con macerazione di 10/15 giorni, variabile a seconda dell’annata. La maturazione, a fermentazione malolattica, precede l’affinamento in serbatoi in acciaio. Il colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei, racchiude una forte profumazione di spezie, liquirizia, pepe e cioccolato. È immediato il gusto di sapidità e di freschezza che lasciano, poi, un segno persistente di sapori speziati ma equilibrati.
Ultimo, non per importanza, il Lorlando, vincitore dei tre bicchieri del Gambero rosso. Un Nero d’Avola dalla silhouette nitida e precisa, pieno in bocca, quasi masticabile. Un capolavoro acquistabile per una manciata di euro.
Queste vite cresce in un terreno di medio impasto, ricco di scheletro e ciottoli. La complessità del terreno genera un’uva dai sapori intensi e compatti, dai morbidi tannini. Un intenso profumo di frutta rossa matura vestita da un colore rubino con riflessi porpora rendono questo vino un’eccellenza per il nostro palato.
L’autoctona straordinarietà di questi vini ricorda perfettamente il caldo e morbido sole di una terra così ricca: la Sicilia.
Giorgia Di Biccari
Glossario del vino:
Illimpidimento : Processo che precede l’imbottigliamento del vino per renderlo limpido mediante filtrazione, centrifugazione e chiarificazione.
Diraspapigiatura: è il processo di vinificazione atto a separare gli acini dal raspo e pigiarli per estrarne il succo, utilizzando un macchinario detto “pressa a polmone”.