Lo scorso 18 novembre B.wine si è recata in Franciacorta per una visita ad una cantina d’eccezione, Contadi Castaldi. Accolti nel primo pomeriggio dalla guida, il percorso è iniziato con una breve introduzione sull’area geografica del Franciacorta. Non tutti sanno, infatti, che in questa area molto ristretta sono presenti ben 6 tipi di terreni diversi, che danno vita a uve molto eterogenee a pochissimi km l’una dall’altra. I tre tipi di vigneti presenti sono Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, che combinati con i diversi territori permettono di ottenere una quantità di vini differenti molto elevata.
Riguardo la denominazione del territorio, una leggenda narra che Napoleone abbia attraversato questa regione a cavallo, attribuendole il nome di “piccola Francia”; in realtà il primo documento scritto in cui si cita la Franciacorta è un editto del Doge di Venezia risalente al 1277. Durante quell’epoca storica infatti, la zona del Franciacorta era sotto la giurisdizione della Repubblica di Venezia, ed in particolare la parola “Franciacorta” significava “Franche Curtes”, ovvero “corti franche”, cioè esenti dal pagamento delle tasse per concessione del Doge. Il riconoscimento ufficiale arriva solamente negli anni ’60 del secolo scorso, con la prima bottiglia ufficiale di Franciacorta.
Contadi Castaldi nasce nel 1987 da un’idea imprenditoriale del tutto innovativa, che consiste nell’acquisto di buona parte dell’uva direttamente dai contadini, che devono seguire le specifiche della cantina. Questo modello di business si rivela particolarmente di successo, tanto che oggi la maggior parte delle cantine presenti in Franciacorta segue l’esempio di Contadi Castaldi, che possiede solamente 30 ettari di terreni propri e acquista uve da altri 140 ettari di terreni non di proprietà. In questo modo si raggiungono tutti i terreni presenti in Franciacorta e si consente alla fine di realizzare quella che in francese è chiamata la fase del “cuvée”, ossia dell’assemblaggio.
La cantina Contadi Castaldi nasce dove una volta sorgeva la fornace Biasca, antico fabbricato della famiglia che cessò la sua attività verso la metà del Novecento; proprio per questo mantiene un aspetto piuttosto tradizionale e uno stile sobrio. Quando Vittorio e Marinella Moretti decidono di dare vita alla cantina, la Franciacorta è nel pieno di un vero e proprio Rinascimento commerciale, periodo ideale per accogliere la cultura del vino.
Durante la visita in cantina, i membri di B.wine hanno potuto assaggiare i seguenti vini:
- Brut – composto all’80% da Chardonnay, al 10% da Pinot Bianco e Pinot Nero. Il primo affinamento di questo vino dura 7 mesi e avviene in acciaio e barriques, viene imbottigliato dunque durante il mese di maggio mentre la sboccatura avviene verso dicembre.
- Rosé – questo vino è composto solamente da Chardonnay (65%) e Pinot Nero (35%), mentre il Pinot Bianco è assente. Anche in questo caso il periodo di affinamento dura 7 mesi e l’imbottigliamento avviene a maggio. La caratteristica unica di questo vino è che proviene da una zona particolarmente esposta e ventilata, con un suolo calcareo e ciottoloso del tutto anomalo e unico.
- Satèn Millesimato – Questo vino proviene al 100% da uve Chardonnay e necessita sempre di 7 mesi di affinamento in acciaio e barriques. Il terreno da cui provengono le sue uve è molto variegato dal punto di vista della composizione e le viti sono tra le più vecchie (circa 20 anni). Il Satèn è un vino molto profumato e originale, dal gusto molto fresco. Contadi Castaldi investe molte energie ed attenzione nella creazione di questo vino, affinché il risultato sia il perfetto equilibrio tra la complessità di un vino importante e la piacevolezza di uno spumante gradevole al palato: esso infatti è molto morbido di sapore ma non dolce.
Al di là dell’indiscussa qualità dei suoi vini, che da sempre rende Contadi Castaldi protagonista del panorama enologico della zona, quello che sorprende è come una cantina familiare sia riuscita ad espandere e diffondere il proprio modello di business a tutta la zona circostante, mantenendo sempre e comunque uno stampo tradizionale e legato alla storia della cantina e delle persone che la popolano.
Giulia Mazzella