Identità diVino

Il Congresso Identità Golose aveva a disposizione un intero padiglione dedicato ai vini di tutta italia. Non semplici vini ma quelli ritenuti eccellenti da TheWineHunter, di cui parleremo in un articolo apposito, e quindi i vincitori del Merano Wine Award 2017.

Abbiamo individuato tre cantine ed assaggiato i loro vini di punta.

Il nostro viaggio di degustazione è iniziato da due Primitivi di Cantine San Marzano. L’azienda nasce e cresce nel cuore della famosa d.o.p. del Primitivo di Manduria, in Puglia, tra tradizione passione e sensibilità verso le tecniche più moderne. Una striscia di terra sospesa tra due mari, un’area di contrade e paesaggi incantevoli dove vigne e ulivi fioriscono fianco a fianco su un manto di terra rossa.

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 Per iniziare abbiamo assaggiato il Sessantanni, Primitivo di Manduria DOP. Il vino nasce da vecchissimi vigneti selezionati nei comuni di San Marzano e Sava, su suoli con substrato calcareo e radi affioramenti rocciosi. La famosa tinta rossa di questi suoli deriva da un’intensa presenza di ossidi di ferro. L’ambiente caldo, la piovosità bassa e le forti escursioni termiche sono condizioni che influenzano l’alta qualità dell’uva. Il vino ha un colore rosso rubino carico ed elegante, un profumo ampio e complesso, fruttato, con sensori di prugne, confettura di ciliegie e note di tabacco, leggermente speziato. Un vino di grande corpo, morbido e ricco di tannini nobili, con un finale che regala note di cacao, caffè e vaniglia. Dalle forti capacità di invecchiamento, riesce a mantenere intatte le caratteristiche organolettiche anche per 7 anni.

Altro vincitore del Merano Wine Award 2017 è Anniversario 62 Primitivo di Manduria DOP Riserva 2013. Prodotto esclusivamente con uve Primitivo, raccolte unicamente a mano durante la seconda metà di settembre. Ritenuto tra i migliori vini primitivo in purezza, è tra i rossi pugliesi più conosciuti ed apprezzati. Emozionante sotto ogni aspetto, rappresenta perfettamente i grandi vini del territorio. Al naso è complesso, con aromi di frutta rossa matura e spezie, trama potente e mascolina in bocca, che rimane decisamente impressa nella memoria. È un vino per cuori forti che sappiano apprezzarne i paradossi: al tempo stesso risulta, infatti, aggraziato ed elegante “come un pugile che danza sul ring”.

 Ci spostiamo ora nella zona collinare del Veneto, la Valpolicella. Massimago è un’azienda che sorge nella zona più selvaggia presa in considerazione, incastonata nell’omonima vallata, capace di creare un microclima ideale per la coltivazione della vite. Qui la nostra degustazione ha riguardato tre vini: il Ripasso DOC, il Superiore DOC e l’Amarone della Valpolicella DOCG.

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Seguendo il nostro stesso percorso cominceremo a parlare dell’entusiasmante Ripasso DOC. Un vino dall’alta bevibilità che lo rende un compagno ideale per una cena con gli amici. Un vino piacevolmente degustabile davanti al camino, che, nonostante il corpo e la profondità degustativa, si beve facilmente senza accompagnamento. Il naso è espressivo di frutti rossi, soffi di erbe aromatiche e note speziate. Un rosso rubino al gusto piacevolmente morbido e intenso, con una buona persistenza.

Il Superiore DOC è in vino “tridimensionale”, con meno zuccheri, meno morbidezza e maggiore acidità, un vino quasi gastronomico maggiormente apprezzabile se abbinato a piatti di carne o formaggi di media o lunga stagionatura. I frutti al naso sono altamente densi e piacevoli lasciando emergere sentori di ciliegia, prugna, mirtillo, pepe nero, liquirizia e vaniglia. In chiusura troverete un retrogusto di liquirizia.

L’ultimo protagonista del percorso veneto è l’Amarone, un vino quasi camaleontico, che nel bicchiere cambia svelando dapprima il lato fruttato degli aromi, per poi sorprendere con la finezza della speziatura. Il sorso è potente e intenso, prezioso nella trama gustativa, tra morbidezza e freschezza, in armonico equilibrio. Per goderne appieno l’evoluzione apritelo almeno un’ora prima di servirlo e ne apprezzerete tutte le ricche sfumature in rapido mutamento.

Il nostro viaggio enologico è terminato nelle lontane terre dell’Argentina, con l’assaggio del Buscado Vivo o Muerto “La Verdad”, un 85% Malbec. L’Argentina è una grande produttrice di vini, quinta nella classifica mondiale. L’uva Malbec è molto diffusa nel Bordolese, esistono piccole superfici vitate in Spagna ma è l’Argentina a farne un vitigno importante, dalle caratteristiche spiccate. Il territorio argentino riesce a completare gli aromi di questa uva difficile, con vinificazioni concentrate e longeve. La prima cosa che si nota in un Malbec argentino è il colore, un nero scuro e lucente che quasi macchia il bicchiere. Il Vivo o Muerto “La Verdad” presenta un sorprendente aroma floreale, con profumo di frutta rossa fresca e dalla vivace acidità. La consistenza è tagliente regalando un finale di marcata mineralità. 

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Giorgia Di Biccari 

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