Winery Tourist | Storia, passione e ospitalità. Lantieri

Storia, passione, ospitalità. Queste le tre parole che sovvengono alla mente dei b.winers che hanno avuto il piacere di visitare la Cantina Lantieri domenica 8 Ottobre.

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Storia. La famiglia Lantieri è uno dei più antichi produttori della Franciacorta ed era già nota nella regione dalla prima metà del X secolo d.C.: durante il Medioevo e il Rinascimento essa divenne un punto di riferimento nella produzione enologica, tanto che le signorie di Mantova, Ferrara e Milano furono sue clienti, ed il vino dei Lantieri de Paratico era noto in tutta il nord della penisola come “Rubino di Corte Franca”. Come è stato raccontato dalla giovane Gaia, primogenita della famiglia Lantieri e guida d’eccezione per i b.winers in visita alla sua cantina, si narra che persino Dante in persona abbia soggiornato nel Castello della famiglia, rimanendo così colpito dal paesaggio tanto da trovare l’ispirazione per alcuni versi del Purgatorio.

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Passione. Col passare dei secoli la famiglia ha legato sempre di più la produzione enologica a sé ed oggi, grazie alla sapiente combinazione di tradizione ed innovazione, offre al pubblico una linea di vini pregiati ed apprezzati in tutto al mondo: Brut ed Extra Brut, freschi e gradevoli al palato, i delicati ed eleganti Satèn al Rosè ed il Millesimato Arcadio 2013, premiato quest’anno da Gambero Rosso con gli ambiti 3 bicchieri, hanno raggiunto clienti in tutto il mondo grazie all’impegno profuso dalla cantina lombarda nell’export, che presenta oggi il suo prodotto nei mercati europei, americani ed asiatici.

Ospitalità: attenti al legame che ha unito negli ultimi decenni turismo e vino, i Lantieri hanno ristrutturato parte dell’antico palazzo familiare trasformandolo in un raffinato ed accogliente agriturismo, nel quale i visitatori possono godere dei prodotti e dei piatti tipici della tradizione lombarda offerti dalla cucina di Corte Lantieri. Tutto ciò, naturalmente, mentre si sorseggiano i vini dell’azienda e si gode il panorama dei vigneti e dei colli della Franciacorta.

 

Proprio quest’ultima qualità è ciò che meglio descrive la visita dei B.winers a Lantieri. Partiti da Milano in una soleggiata domenica di ottobre, i ragazzi sono stati accolti nel piazzale antistante il Palazzo, circondato dalle vigne che lo racchiudono e che si estendono a perdita d’occhio. La visita è iniziata partendo proprio dalla Storia della Famiglia, raccontata attraverso la descrizione del grande stemma nobiliare che sormonta l’ingresso della cantina. Si passa poi alle aree di produzione, qui si possono trovare i macchinari utilizzati per la lavorazione dell’uva e i locali contenenti le cisterne adibite alla prima fermentazione del vino. Tuttavia il cuore pulsante della cantina è la zona dove avviene l’assemblaggio della cuvèe. Cuvèe è una parola francese che viene da ” cru” ossia villaggio, terreno o vigna ed indica il vino prodotto da un medesimo vigneto in un dato anno. Nella produzione dello spumante con metodo classico, quale il Franciacorta, le diverse cuvèe sono assemblate con maestranza dall’enologo o chef de cave unendo vini anche di annate diverse o, nel caso dei millesimati, solo della medesima annata. Lo scopo nel primo caso è ottenere per una data etichetta sempre i medesimi sentori e sapori indipendentemente dalla bontà dell’annata , al contrario i millesimati cercano di esprimono al meglio le caratteristiche dell’uva di un determinato anno o millesimo come si suol dire. Sotto le volte in pietra della cantina riposano migliaia di bottiglie in posizione orizzontale al loro interno si sta svolgendo la seconda fermentazione, tipicità delle bollicine prodotte con questo metodo, lo stesso dello champagne. Infatti una volta assemblata la cuvèe il vino subisce un’ulteriore aggiunta di lieviti che provocano una seconda fermentazione direttamente all’interno della bottiglia, qui l’anidrite carbonica liberatasi non potendo fuoriuscire produce in maniera naturale le iconiche bollicine. La seconda fermentazione termina con la sboccatura  operazione con cui si elimina la feccia, il residuo della fermentazione, facendo saltare il tappo a corona che chiude la bottiglia. L’esposizione del vino ai lieviti prima e alla loro feccia poi lo arricchisce nei sapori e nei sentori e può durare fino a 60 mesi per le cuvèe di punta, come il Brut Riserva D.O.C.G., orgoglio di Lantieri.

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Terminata la visita tra le migliaia e migliaia di bottiglie adagiate lungo le mura in mattoni che da secoli sorreggono il Palazzo nobiliare, i ragazzi hanno poi potuto godere dell’ospitalità di corte Lantieri fermandosi a gustare una selezione di finger food, primi piatti e dolci della casa, il tutto accompagnato da un Franciacorta Brut di benvenuto,  dal Curtefranca Bianco D.O.C. e dal Curtefranca Rosso D.O.C.

 

Antonio Murtas

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