A differenza delle cantine del cosiddetto “Toscana Wine Architecture”, che pongono la loro attenzione su architetture innovative, se non addirittura futuristiche, la cantina De’ Ricci, ex cantina del Redi, ci riporta ad una dimensione spirituale.
Una volta varcato l’ingresso di Palazzo Ricci si entra in un luogo mistico, impregnato di storia e leggenda. L’edificio ospita infatti la storica cantina del Redi, accessibile attraverso un imponente scala equestre. Ciò che colpisce è il fatto che il luogo stesso impone un silenzio sacrale, quasi stessimo giungendo all’interno di un vero e proprio tempio.
Questo spettacolo di roccia, volte e legno ricorda una chiesa romano-gotica: imponenti pilastri ritmano le tre navate longitudinali e, nel contempo, sostengono volte a crociera e arcate a tutto sesto.
Lungo il percorso che conduce al cuore della cantina, maestose botti di rovere di Slavonia, Tonneaux e barriques di pregiato legno francese permettono al Vino Nobile di Montepulciano di giungere all’invecchiamento ottimale. La particolare posizione al di sotto del cosiddetto “Sasso” di Montepulciano, unito ad un’accurata ventilazione, consentono di mantenere il vino ad una temperatura e umidità ideale per tutto l’anno.
Ma non solo, ai lati del soffitto vi sono piccole nicchie che custodiscono un tesoro: si tratta infatti di vini d’annata pregiati, aperti solo in occasioni speciali dai proprietari.
Continuando a scendere, nei sotterranei desta interesse la presenza di un pozzo risalente all’epoca etrusca. È proprio in questi luoghi che da millenni permane
“l’essenza della dolce terra di Toscana: il vino che già curavano, veneravano e consumavano nell’allegria e nella gioia, con passione e tenacia, i nostri lontani progenitori, gli Etruschi, alcuni secoli prima dell’era cristiana”, come citato dall’Articolo di Bell’Italia n. 95 del 1994.
Oggi la cantina storica del Redi è luogo di affinamento del vino, mentre è nella cantina di Fontecornino che ha luogo il processo di vinificazione.
Il genio dell’attuale famiglia proprietaria consiste nell’aver intrecciato la tradizione con processi produttivi innovativi, permettendo la realizzazione di un vino dotato di una propria identità territoriale.
Il vino Nobile di Montepulciano è ottenuto da uve coltivate esclusivamente nel Comune di Montepulciano, immerso in una zona che si snoda dolcemente tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia.
La particolare conformazione del territorio, unito al peculiare microclima toscano, conferiscono a questo vino delle qualità organolettiche uniche.
Le uve, accuratamente selezionate in vigna, vengono portate in cantina dove ha inizio il processo di macerazione carbonica mediante l’utilizzo di ghiaccio secco.
La fase di fermentazione, variabile a seconda della qualità delle vinacce, viene favorita agendo meccanicamente con la lisciviazione del cappello tramite follature, rimontaggi e delestage.
Successivamente si procede ad un affinamento in Tonneaux e in botti di legno, dove il vino permane per un minimo di 12 mesi. In seguito, generalmente dopo due anni, il Nobile viene fatto riposare in botte grande per poi essere imbottigliato,
I vitigni utilizzati per dar vita al Nobile di Montepulciano sono il Sangiovese, detto anche Prugnolo Gentile, e una piccola percentuale di Canaiolo nero, che non deve superare il 20% del totale.
La visita alla cantina di Fontecornino permette di percepire la passione che la famiglia Trabalzini nutre per il mondo del vino, riconoscendo i meriti e la memoria della famiglia Ricci.
Lo stesso Francesco Redi, a cui è dedicato il nome della cantina, aveva capito le straordinarie qualità del Vino di Montepulciano, omaggiandolo nella sua poesia Bacco in Toscana (1685)
“Bella Arianna con tua bianca mano
Versa la manna di Montepulciano:
Colmane il tonfano e porgilo a me […]
Montepulciano d’ogni vino è il re. “
Anna d’Ovidio